Hotel Biographie
Avez vous resérvé une chambre, M'sieur?
domenica 2 maggio 2010
Fort, Paul!
Nel 1910, La closerie des Lilas, è un piccolo caffè con sale da biliardo al primo piano.
Al di sopra della porta, un pannello in legno propone colazioni da 1 franco e 90 a 2 e 50.
E' Paul Fort, il principe dei poeti, che per primo attirerà tutti gli altri.
Vi trascina Apollinaire e Les Lilas, da luogo tranquillo, diventerà il quartier generale della loro rivista "Vers et prose".
Ogni martedì la calma del luogo sarà sostituita dal tam-tam letterario degli uomini di lettere:
confronteranno le loro opinioni, si scambieranno poemi, declameranno versi.
Apollinaire porterà Alfred Jarry, creatore della patafisica, che seduto accanto ad una splendida donna dallo sguardo indifferente e freddo, stanco d'essere ignorato, sfonderà uno specchio della cloiserie esclamando:
"Mademoiselle, maintenant que la glace est rompue, causons!"
(Signorina, ora che il ghiaccio è rotto, conversiamo!)
Sarà alla Cloiserie des Lilas, che l'alterco tra André Breton e Tristan Tzara porrà fine al movimento DADA e ci sarà Moréas che indirizzandosi ad una pallida dama reciterà:
"Ce soir, vous ressemblez, adorable Clorinde,
à l'hermine, un rat blanc et meme au cochon d'Inde"
(questa sera, assomigliate, adorabile Clorinda,
all'ermellino, a un ratto bianco e pure a un porcellino d'India)
Vedremo Modigliani incontrare Pierre Benoit e ascolteremo Guillaume, seduto tra Picasso e Derain, raccontare ridendo di quella piccola attrice del teatro Montparnasse che invece di recitare la sua parte:
"Messeigneurs, voilà le Régent", disse: "M'sieurs, Dames, voilà le gérant!"
(Signori e signore, ecco il gerente!)
Paul Fort, Apollinaire, Alfred Jarry
giovedì 29 aprile 2010
Emile et sa...
Zola soffriva della "mania del calcolo".
L'arithmomanie è innanzitutto un rituale: la persona che ne è affetta si sente obbligata a contare anche se la situazione non lo esige veramente.
Emile era particolarmente superstizioso e contava tutti i numeri sulle porte e quelli delle carrozze a cavalli dei quali addizionava tutte le cifre come fossero unità.
Il 17, invece, era decisamente infausto, non per nulla fu investito da un fiacre la cui addizione delle cifre dava appunto questo numero.
L'arithmomanie è innanzitutto un rituale: la persona che ne è affetta si sente obbligata a contare anche se la situazione non lo esige veramente.
Per molto tempo i multipli di 3 gli parvero favorevoli, poi fu la volta dei 7.
J' a c c u s e ! F i a c r e m a u d i t !
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sabato 27 marzo 2010
La caduta di Prévert
Al numero 118 degli Champs Elisées, l'ufficio 102 della Radio è detto l'acquario per via delle sue due larghe vetrate senza ringhiera che si aprono verso l'esterno.
Prévert ci arriva accompagnato da Alexandre Trauner per farsi intervistare in merito al film Le Petit Soldat.
Saluta i giornalisti presenti. Nella strada, la folla impaziente attende il passaggio di Marcel Cerdan, il pugile ritornato dagli Stati Uniti con il titolo di Campione del mondo.
Prévert, curioso, si avvicina e si appoggia alla porta-finestra che improvvisamente si apre. Vacilla e si schianta quattro metri più in basso, sul marciapiedi.
Paul Grimault, realizzatore di fumetti, andrà a prendere l'amico all'uscita della casa di cura dov'era rimasto diversi giorni in coma e Maurice Henry, umorista d'ispirazione surrealista, gli dedicherà un piccolo disegno.
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Prévert ci arriva accompagnato da Alexandre Trauner per farsi intervistare in merito al film Le Petit Soldat.
Saluta i giornalisti presenti. Nella strada, la folla impaziente attende il passaggio di Marcel Cerdan, il pugile ritornato dagli Stati Uniti con il titolo di Campione del mondo.
Prévert, curioso, si avvicina e si appoggia alla porta-finestra che improvvisamente si apre. Vacilla e si schianta quattro metri più in basso, sul marciapiedi.
La caduta di un poeta
è il titolo dei fatti di cronaca del 13 ottobre 1948
"Il avait décidément la vocation de passer à travers les fenetres"
dirà Tanguy nel 1950.
"Je vous salis, ma rue
et je m'en excuse"
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Doukipudonktan
Zazie dans le métro Doukipudonktan, se demanda Gabriel excédé. Pas possible, ils se nettoient jamais. Dans le journal, on dit qu'il y a pas onze pour cent des appartements à Paris qui ont des salles de bains, ça m'étonne pas, mais on peut se laver sans. Tous ceux-la qu m'entourent, ils doivent pas faire de grands efforts. D'une autre côté, s'est tout de même pas un choix parmi les plus crasseux de Paris. Y a pas de raison. C'est le hasard qui les a réunis. On peut pas supposer que les gens qu'attendent à la gare d'Austerliz sentent plus mauvais que ceux qu'attendent à la gare de Lyon. Non vraiment, y a pas de raison. Tout de même quelle odeur.
Macchiffastapuzza, si chiese Gabriel, arcistufo. Impossibile, mai che puliscano. Sul giornale c'è scritto che a Parigi non c'è nemmeno l'undici per cento di appartamenti col bagno, non c'è da meravigliarsi, ma ci si può lavare anche senza. Tutti questi che mi stan d'attorno, però, devo dire che mica fanno di gran sforzi. D'altra parte, perché dovrebb'essere una selezione fra i più lerci di Parigi? Non c'è motivo. È il caso. È assurdo supporre che la gente che sta aspettando alla Gare d'Austerlitz puzzi più di quella che aspetta alla Gare de Lyon. No, via, non ci sarebbe proprio motivo. Però, dico: ma che odore.
Doukipudonktan ?
Conoscete l’ortografia semplificata di Queneau ? Quella che ci dimostra come esistono, sia in francese che in altre lingue, una lingua scritta e una pronuncia parlata? I francesi scrivono: “Ce que tu as dit tout à l’heure”, ma dicono: “Skeutadittaleur”. Queneau mostra questo linguaggio parlato per permetterci di leggere le sue poesie così come le ha scritte :
J’écris quelques poèmes
qui valent je l’espère
ceux que j’élaborais
lorsque j’avais vingt ans
je les signais d’ailleurs
de la même façon
q-u-e-n-e-a-
u-r-a-i grec mond.
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Mon dieu, c'est tard, Jean!

Occorre una grande concentrazione: quando voglio evocare tale artista o talaltro, mi raccolgo, gli occhi chiusi, fino a che delle immagini nascono in me spontaneamente.
Non si tratta di immagini che riproducono direttamente le opere di questi grandi artisti, piuttosto di immagini indirette, allusioni, simboli puramente poetici, equivalenti verbali.
E' lavorando su questo, su queste metafore, che io costruisco la mia poesia.
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